Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40769 del 13 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:40769PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando gli associati, pur non avendo come scopo esclusivo la commissione di un numero indeterminato di delitti, perseguano comunque finalità criminose avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva nella comunità. L'associazione mafiosa può quindi prescindere dal rilievo, anche indiretto e indiziario, conferito ai singoli delitti-fine, essendo sufficiente che gli associati adottino i metodi tipici della consorteria criminale per realizzare i loro obiettivi, che possono anche non essere esclusivamente delittuosi. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato associativo, non è necessaria la prova della commissione di specifici reati-scopo, essendo invece rilevante l'accertamento della sussistenza di una struttura organizzativa dotata di una propria autonomia e capacità di intimidazione, che si proietti all'esterno attraverso il controllo del territorio e la prevaricazione nei confronti della comunità. L'associazione mafiosa si caratterizza per l'adozione di un metodo mafioso, che si manifesta internamente attraverso un rigido regime di controllo degli associati e all'esterno attraverso l'esercizio di una forza di intimidazione tale da determinare uno stato di soggezione e di omertà non solo nei confronti degli onesti cittadini, ma anche di coloro che abbiano intenti illeciti, costringendoli ad aderire al sodalizio criminale. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 416-bis c.p., non è necessaria la prova della commissione di specifici reati-fine, essendo invece rilevante l'accertamento della sussistenza di una struttura organizzativa dotata di una propria autonomia e capacità di intimidazione, che si proietti all'esterno attraverso il controllo del territorio e la prevaricazione nei confronti della comunità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SCOTTI U. L. C - rel. Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1)- PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE;
nel procedimento a carico di: N 14 INDAGATI:
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) O (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) DETTO (OMISSIS) nato il (OMISSIS);

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