I Piani di Massima Occupabilità (PMO) costituiscono una peculiare species di atti di pianificazione, in quanto producono effetti immediati nei confronti di specifici destinatari individuati nei Piani medesimi, assumendo pertanto natura provvedimentale. La normativa capitolina prevede espressamente la possibilità di revisione dei PMO, su istanza di Associazioni o di singoli interessati, al ricorrere di determinati presupposti, quali modifiche normative che comportino cambiamenti dello stato dei luoghi, progetti volti al decoro e alla rigenerazione urbana dell'area, mutamento delle condizioni poste alla base di un precedente diniego, o modifiche alla viabilità. In tali casi, l'Amministrazione è tenuta a provvedere sull'istanza di revisione entro un termine ragionevole, non superiore di norma a 150 giorni, pena l'attivazione del rimedio processuale dell'azione avverso il silenzio. Ciò in quanto i PMO, pur perseguendo obiettivi generali di pianificazione, incidono concretamente sulla sfera giuridica dei singoli esercenti l'attività di somministrazione di alimenti e bevande, titolari delle relative concessioni di occupazione di suolo pubblico. Ne consegue che l'Amministrazione è tenuta a pronunciarsi espressamente sull'istanza di revisione, al fine di apprestare la dovuta garanzia avverso il mancato esercizio di potestà pubbliche.