Cassazione penale Sez. II sentenza n. 38109 del 17 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:38109PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare restrittivo della libertà personale può essere legittimamente adottato dal giudice sulla base di un quadro indiziario grave, preciso e concordante, che consenta di pervenire ad un giudizio di elevata probabilità in ordine all'esistenza del reato e alla sua attribuibilità all'indagato, senza necessità di raggiungere il grado di certezza richiesto per una pronuncia di condanna. A tal fine, il giudice può valorizzare anche elementi indiziari indirettamente collegati all'attività criminosa contestata, come il riconoscimento fotografico dell'indagato da parte della persona offesa, purché tali elementi siano logicamente e congruamente motivati in relazione al complessivo quadro probatorio. La valutazione del giudice in sede cautelare, se adeguatamente motivata, non può essere sindacata in sede di legittimità, salvo che non risulti affetta da vizi logici o giuridici evidenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. GENTILE D. - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 32/2013 TRIB. LIBERTA' di CALTANISSETTA, del 31/01/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udito il Sostituto Procuratore Generale dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Letti il ricorso ed i motivi proposti.

CONSIDERATO IN FATTO

1.1) - Il GIP presso il Tribunale di Caltanissetta, con ordinanza del 11.01.2013, applicava la misu…

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