Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25848 del 22 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25848PEN

Massima

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Il superiore gerarchico militare, nell'esercizio dei suoi poteri di comando e disciplina, può rivolgere espressioni ingiuriose all'inferiore in grado, qualora il fatto sia direttamente collegato alla tutela del servizio e della disciplina militare, anche in assenza di un rapporto gerarchico diretto tra autore e vittima dell'illecito, purché il comportamento sia tenuto alla presenza di altri militari riuniti per servizio. L'attenuante della provocazione non ricorre quando l'ostinata insistenza del sottoposto nel replicare al superiore, già visibilmente irritato, non sia qualificabile come "contra ius", essendo sufficiente che il fatto sia in rapporto di derivazione diretta con il servizio, senza che rilevi la mera occasionalità del collegamento. La valutazione della sussistenza dei presupposti per l'applicazione delle circostanze attenuanti e aggravanti rientra nel prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità se logica e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. BONITO F. Maria S. - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - rel. Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 32/2015 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 06/05/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/01/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PALMA TALERICO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FLAMINI Luigi Maria che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito, per la parte civile, l'avv. (OMISSIS);
udito il difensore avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 6 m…

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