Cassazione penale Sez. III sentenza n. 33045 del 4 ottobre 2006

ECLI:IT:CASS:2006:33045PEN

Massima

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Il provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive, previsto dall'art. 6 della legge n. 401 del 1989, costituisce una misura di prevenzione atipica, incidente sulla libertà personale del destinatario e soggetta alle garanzie di cui all'art. 13 della Costituzione. Tale provvedimento, emesso dal Questore e convalidato dal giudice, è impugnabile in Cassazione, ma il ricorso deve essere proposto esclusivamente a mezzo di difensore iscritto nell'albo speciale, in applicazione della regola generale di cui all'art. 613 c.p.p., non essendo il destinatario della misura qualificabile come "imputato". Ne consegue l'inammissibilità del ricorso proposto personalmente dal soggetto colpito dal divieto, in quanto in contrasto con il principio di tassatività dei mezzi di impugnazione e dei soggetti legittimati a proporli, sancito dagli artt. 568 e 613 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

TERZA SEZIONE PENALE

composta dai Magistrati:

Dott. Enrico PAPA - Presidente

Dott. Vincenzo MIRANDA - Consigliere

Dott. Guido DE MAIO - Consigliere

Dott. Alfredo TERESI - Consigliere

Dott. Antonio IANNIELLO - consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sul ricorso proposto da

Vi.Fr., nato il (...) a Te., ivi residente alla via Ra. (...);

avverso l'ordinanza del GIP di Perugia in data 13 maggio 2005, di convalida del provvedimento del Questore di Perugia del 3 maggio precedente, ex art. 6 della legge 401/1989.

Udita la relazione del Cons. Vincenzo Miranda:

viste le conclusioni del P.G., in persona del dott. Vito D'Ambrosio, che ha chiesto accogliersi il ricorso, con le conseguenze di legge.

Premesso - in fatto - che:

Con l…

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