Consiglio di Stato sentenza n. 9148 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:9148SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in materia di abusi edilizi realizzati in assenza di titolo autorizzativo in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, afferma il seguente principio di diritto: La presentazione di una istanza di accertamento di conformità ex art. 36 d.p.r. 380/2001 non rende inefficace il precedente provvedimento sanzionatorio di demolizione, ma determina solo una sospensione temporanea della sua efficacia, che riprende vigore in caso di rigetto della domanda di sanatoria. Pertanto, la mera presentazione di tale istanza non incide sulla legittimità dell'ordine di demolizione, né sulla relativa impugnativa giurisdizionale, essendo necessario valutare la sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto al momento dell'emanazione dell'atto impugnato. Inoltre, per le opere abusive realizzate in assenza di titolo edilizio e di autorizzazione paesaggistica in aree vincolate, vige un principio di indifferenza del titolo necessario all'esecuzione di interventi in dette zone, essendo legittimo l'esercizio del potere repressivo in ogni caso, a prescindere dal titolo edilizio ritenuto più idoneo. Ciò che rileva, ai fini dell'irrogazione della sanzione ripristinatoria, è il fatto che l'intervento sia stato posto in essere in zona vincolata e in assenza di qualsiasi titolo abilitativo, sia sotto il profilo paesaggistico che urbanistico. Pertanto, l'ordine di demolizione delle opere abusive realizzate in assenza di titolo in area sottoposta a vincolo paesaggistico è un atto dovuto e vincolato per l'Amministrazione, che non richiede una specifica motivazione in ordine all'impatto paesaggistico dell'intervento, essendo sufficiente la mera constatazione della sua abusività e della sussistenza dei relativi presupposti di fatto e di diritto. Infine, nel valutare la rilevanza urbanistica ed edilizia di un intervento abusivo, occorre compiere una valutazione globale delle opere realizzate, senza poter procedere ad una considerazione atomistica e frazionata dei singoli interventi, dovendo invece apprezzare il nesso funzionale che li lega e l'effettiva portata dell'operazione complessiva.

Sentenza completa

Pubblicato il 23/10/2023

N. 09148/2023REG.PROV.COLL.

N. 08968/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8968 del 2020, proposto da
Donato Ragosta, rappresentato e difeso dall'avvocato Angelo Carbone, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Andrea Abbamonte in Roma, via degli Avignonesi, n. 5;

contro

Comune di San Giuseppe Vesuviano, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Antonio Palazzi, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Terza) n. 483/2020, resa tra le parti.<…

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