Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5744 del 11 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:5744PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p. richiede una condotta violenta o minacciosa nei confronti del pubblico ufficiale, non essendo sufficiente un mero comportamento di intralcio o tentativo di fuga. Pertanto, il giudice, nel valutare la convalida dell'arresto in flagranza per tale reato, deve accertare la sussistenza di una condotta qualificata da violenza o minaccia, non potendo ritenerlo integrato sulla base di una mera valutazione di merito circa la gravità del comportamento dell'imputato, che possa al più integrare un'ipotesi di resistenza passiva. L'errore di inquadramento giuridico del fatto può essere dedotto in cassazione solo ove risulti manifesto e non sia frutto di una valutazione di merito rimessa al giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI NAPOLI;
nei confronti di:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1777/2015 TRIBUNALE di NAPOLI, del 25/02/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. COSTANZO ANGELO;
lette le conclusioni del PG Dott. D'AMBROSIO Vito, che chiede dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1. Il Tribunale di Napoli il 25/02/2015 nel procedimento n…

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