Lo straniero che ha ottenuto un visto di ingresso in Italia per lavoro subordinato e che, successivamente al suo ingresso nel territorio nazionale, non è stato assunto dal datore di lavoro indicato, ha diritto di presentare istanza allo Sportello Unico per l'Immigrazione presso la Prefettura competente al fine di ottenere la convocazione per il rilascio del permesso di soggiorno per attesa occupazione. L'Amministrazione è tenuta a esaminare tale istanza e a convocare lo straniero per la verifica dei presupposti di legge per il rilascio del predetto permesso di soggiorno, non potendo rimanere inerte di fronte alla richiesta. Qualora l'Amministrazione non provveda tempestivamente alla convocazione, lo straniero può adire il giudice amministrativo per ottenere l'accertamento dell'illegittimità del silenzio serbato e la conseguente fissazione della convocazione. Il giudice, in tal caso, dichiara la cessazione della materia del contendere una volta che l'Amministrazione abbia provveduto alla convocazione, in quanto il rilascio del permesso di soggiorno per attesa occupazione necessita della verifica dei presupposti di legge in un distinto procedimento amministrativo. Nell'ipotesi di accoglimento del ricorso, il giudice dispone l'ammissione del ricorrente al patrocinio a spese dello Stato, tenendo conto della limitata difficoltà della controversia e applicando la riduzione ordinaria del 50% del compenso prevista dalla normativa.