Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'amministrazione può legittimamente esercitare il potere di annullamento d'ufficio di provvedimenti amministrativi di concessione di contributi pubblici, anche in assenza di una specifica motivazione sull'interesse pubblico sottostante e senza dover valutare il contrapposto interesse del privato beneficiario, quando risulti che l'erogazione del finanziamento sia avvenuta in violazione di norme di legge, come l'omessa predeterminazione dei criteri e delle modalità di selezione dei progetti da finanziare, prevista dall'art. 12 della legge n. 241 del 1990. In tali ipotesi, l'annullamento d'ufficio può essere disposto ai sensi dell'art. 1, comma 136, della legge n. 311 del 2004, che consente l'annullamento finalizzato al conseguimento di risparmi o minori oneri finanziari, senza necessità di una specifica motivazione in ordine all'interesse pubblico preminente. Inoltre, il decorso di un certo lasso di tempo dalla concessione del contributo all'adozione del provvedimento di annullamento non inficia la legittimità di quest'ultimo, in quanto l'affidamento del privato non può prevalere sull'esigenza di tutelare la corretta gestione delle risorse pubbliche.