Il reato di sfruttamento della prostituzione minorile, di cui agli artt. 600-bis, 600-sexies, 609-bis e 609-ter c.p., è configurabile quando l'agente, approfittando della minore età della vittima, la induce, costringe o agevola a compiere atti sessuali, anche in cambio di denaro o altra utilità, in violazione della sua libertà e dignità personale. La responsabilità penale dell'imputato può essere accertata sulla base di dichiarazioni attendibili e coerenti della persona offesa, corroborate da riscontri obiettivi, quali intercettazioni telefoniche e attività investigative, senza necessità di ulteriori mezzi di prova, salvo casi eccezionali di comprovate infermità mentali. Il giudice di merito, attraverso un'analisi puntuale delle risultanze processuali, è legittimato a ritenere provata la sussistenza del reato e la colpevolezza dell'imputato, senza che il giudice di legittimità possa sindacare tale valutazione, se congruamente motivata, in assenza di errori di diritto o vizi logici della decisione.