Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 24918 del 30 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:24918PEN

Massima

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Il concorso nel reato di importazione di sostanze stupefacenti può essere provato sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni telefoniche e altri elementi di riscontro, anche indiziari, che dimostrino il ruolo attivo dell'imputato nell'organizzazione e realizzazione dell'illecito traffico. La mera conoscenza del fornitore di droga e la frequentazione dello stesso non sono di per sé sufficienti a configurare la responsabilità penale, occorrendo invece elementi che comprovino il contributo causale dell'imputato nell'introduzione in Italia dello stupefacente. La pena inflitta in continuazione con precedente condanna per analoghi reati può essere adeguatamente motivata con il riferimento alla gravità complessiva dei fatti e al contesto criminale di riferimento, senza necessità di una puntuale indicazione dei criteri di determinazione dell'aumento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PICCIALLI Patrizia - Presidente

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. D'ANDREA Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS)
(OMISSIS), nato il (OMISSIS)
avverso la sentenza del 12/04/2019 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. VINCENZO PEZZELLA;
lette le conclusioni scritte per l'udienza senza discussione orale (Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8), del P.G. che ha chiesto dichiararsi inammissibili i ricorsi e degli Avv. (OMISSIS) e Avv. (OMISSIS) per (OMIS…

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