Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel pronunciarsi sul ricorso proposto da un candidato classificatosi al quarto posto in una graduatoria concorsuale, ha affermato che, sebbene il Consiglio di Stato avesse annullato la graduatoria per l'errata applicazione dei requisiti di ammissione, ciò non comportava automaticamente il diritto del ricorrente ad essere assunto al primo posto. Infatti, la sentenza del Consiglio di Stato non si era pronunciata sulla spettanza del bene della vita lamentato dal ricorrente, ovvero il diritto all'assunzione, ma aveva semplicemente disposto la rinnovazione delle operazioni concorsuali nel rispetto dei criteri di ammissione indicati. Pertanto, in assenza di una successiva attività esecutiva da parte dell'amministrazione volta a collocare il ricorrente al primo posto della graduatoria, e non avendo il ricorrente attivato la procedura di silenzio-inadempimento, non sussistevano i presupposti per il riconoscimento del risarcimento del danno richiesto. Il Tribunale ha quindi ritenuto infondata la domanda risarcitoria, precisando che il mancato esperimento della procedura di silenzio-inadempimento rileva ai fini della valutazione di infondatezza del ricorso nel merito, in applicazione dell'art. 30, comma 3, del Codice del processo amministrativo, secondo cui il giudice esclude il risarcimento dei danni che si sarebbero potuti evitare usando l'ordinaria diligenza, anche attraverso l'esperimento degli strumenti di tutela previsti.