Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12428 del 16 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:12428PEN

Massima

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Il metodo mafioso, caratterizzato dalla forza di intimidazione del vincolo associativo e dalle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano, può essere riconosciuto anche in capo a un gruppo criminale che, pur essendosi progressivamente reso autonomo da un'organizzazione mafiosa originaria, abbia mantenuto le medesime modalità esecutive delle attività delittuose, in particolare di natura estorsiva, senza soluzione di continuità rispetto ai precedenti legami criminali. Ai fini della configurabilità del reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p., non è necessario che il gruppo criminale abbia acquisito una propria autonoma capacità intimidatrice, essendo sufficiente che esso abbia continuato a sfruttare la caratura criminale e la forza di condizionamento derivanti dalla pregressa militanza dei suoi componenti in una consorteria mafiosa originaria. Pertanto, la mera frequentazione di soggetti affiliati al sodalizio criminale, anche per motivi di parentela o amicizia, può costituire elemento di riscontro della partecipazione all'associazione, senza che sia necessario dimostrare l'utilizzo diretto della forza di intimidazione da parte del singolo indagato. Inoltre, la disponibilità di armi e la dichiarata volontà di mantenere inalterati i metodi estorsivi precedentemente adottati dal clan di appartenenza rappresentano indici significativi dell'attualità del metodo mafioso impiegato dal gruppo criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabriz - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 22/11/2017 del Tribunale di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), quale sostituto processuale di (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.<…

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