Il reato di maltrattamenti in famiglia si configura quando vi siano reiterate condotte di violenza fisica e morale, anche in presenza di minori, che cagionino sofferenza e umiliazione alla vittima, indipendentemente dalla sussistenza di un nesso di causalità tra singoli episodi e conseguenze dannose. L'elemento psicologico del reato è integrato dalla consapevolezza e volontà di persistere nell'attività vessatoria, a prescindere dalla sussistenza di un intento specificamente diretto a provocare un danno. La valutazione della gravità e abitualità delle condotte deve essere effettuata complessivamente, tenendo conto di tutti gli episodi di maltrattamento, anche se non tutti autonomamente configurabili come reato, purché idonei a creare un contesto di sofferenza e sopraffazione per la vittima. La presenza di minori durante gli episodi di violenza costituisce un'aggravante, in quanto comporta un aggravamento della sofferenza e del danno psicologico arrecato alla vittima.