Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24303 del 5 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24303PEN

Massima

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Il professionista incaricato di redigere la documentazione tecnica per un intervento edilizio è tenuto a rappresentare fedelmente lo stato di fatto dell'immobile oggetto dell'intervento, senza alterare o omettere elementi essenziali che ne descrivano la reale consistenza e destinazione d'uso. L'attestazione di dati falsi o fuorvianti nella relazione tecnica e nelle planimetrie allegate alla denuncia di inizio attività (D.I.A.) integra il reato di falsità ideologica commessa da persona esercente un servizio di pubblica necessità, a prescindere dalla documentazione catastale o contrattuale relativa all'immobile, in quanto il confronto deve essere effettuato con la situazione reale dello stesso. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove testimoniali, la cui attendibilità non può essere sindacata in sede di legittimità se non in presenza di vizi logici o motivazionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3480/2013 CORTE APPELLO di GENOVA, del 07/07/2014; visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appello Genova, con sentenza…

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