Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 48099 del 18 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:48099PEN

Massima

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Il giudicato cautelare in materia penale preclude la riproposizione di questioni già decise, anche se prospettate con argomenti diversi da quelli precedentemente esaminati, in quanto le ordinanze cautelari, una volta esaurite le impugnazioni previste, hanno efficacia preclusiva endoprocessuale riguardo alle questioni esplicitamente o implicitamente dedotte. Pertanto, la dimostrazione di fatti nuovi, come lo stato di indigenza dell'imputato o l'assenza di dissidi con le parti offese, non è sufficiente a superare il giudicato cautelare, qualora le esigenze cautelari permangano con riferimento al territorio in cui si è manifestata la capacità criminale dell'imputato. Il giudice di merito, nel valutare la richiesta di revoca della misura cautelare, deve limitarsi a verificare la persistenza dei presupposti cautelari già accertati, senza poter riesaminare questioni già decise in via definitiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 13/04/2017 del Tribunale di Caltanissetta;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa LOY ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la ordinanza, indicata i…

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