Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27456 del 14 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27456PEN

Massima

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Il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, caratterizzata da una pluralità di azioni reiterate nel tempo, cagiona nella vittima uno stato di ansia e di paura per la propria incolumità, anche se non necessariamente accompagnato da minacce esplicite. Tali condotte persecutorie possono essere accertate non solo sulla base della deposizione della persona offesa, ma anche attraverso altri elementi di prova, quali referti medici, testimonianze di familiari, tabulati telefonici e aggressioni perpetrate dall'imputato nei confronti di soggetti entrati in contatto con la vittima. L'accertamento della responsabilità penale per il delitto di atti persecutori non richiede la prova della realizzazione di uno specifico evento lesivo tra quelli alternativamente previsti dalla norma, essendo sufficiente la dimostrazione dello stato di ansia e di paura cagionato nella vittima dalla condotta persecutoria reiterata nel tempo. Inoltre, la responsabilità penale per reati connessi, come il danneggiamento a seguito di incendio, può essere desunta da un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti, quali minacce precedenti l'evento, tempestive denunce e aggressioni a soggetti collegati alla vittima, senza che sia necessario il riscontro di una confessione o di una prova diretta dell'autore del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/06/2016 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANDREA FIDANZIA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Dr. LOY FRANCESCA che ha concluso per l'inammissibilita'.
Udito il difensore l'avvocato (OMISSIS), insiste per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 24 giugno 2016 la Corte d'A…

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