Il condono edilizio di cui alla legge n. 326 del 2003 non è consentito per i manufatti comportanti nuovi volumi nelle zone assoggettate al vincolo paesaggistico, indipendentemente dalla natura del vincolo, che può configurare sia un'inedificabilità assoluta che relativa. Il vincolo paesaggistico, imposto con il R.D. n. 1497/1939 e il d.lgs. n. 490/1999, sostituiti dal d.lgs. n. 42/2004, è preesistente e efficace anche prima dell'approvazione del Piano Territoriale Paesistico, la cui funzione è successiva all'imposizione legislativa del vincolo stesso. Pertanto, la realizzazione di opere comportanti nuovi volumi in aree sottoposte a tale vincolo paesaggistico, anche se anteriori all'approvazione del Piano Territoriale Paesistico, non è suscettibile di sanatoria ai sensi della legge n. 326/2003, in quanto in contrasto con la disciplina legislativa che esclude la condonabilità di tali abusi, a prescindere dalla natura relativa o assoluta del vincolo. Inoltre, il divieto di sanatoria opera anche in presenza di altri vincoli, come quello a tutela del rischio idrogeologico e delle falde acquifere, nonché del divieto di incremento residenziale nei territori dei Comuni a rischio vulcanico, qualora le opere siano state realizzate in violazione di tali vincoli.