Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10236 del 23 marzo 2022

ECLI:IT:CASS:2022:10236PEN

Massima

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Il rifiuto di declinare le proprie generalità alla polizia giudiziaria, in assenza di valide ragioni giustificative, integra il reato di cui all'art. 651 c.p. (rifiuto di fornire le proprie generalità). La mancata declinazione delle generalità non può essere giustificata dalla mera ipotesi di una presunta tutela delle minoranze linguistiche, in assenza di specifici elementi probatori in tal senso. L'identificazione dell'imputato può validamente fondarsi sulla dichiarazione testimoniale degli agenti di polizia che hanno proceduto al riconoscimento, anche in assenza di versamento in atti del cartellino foto-segnaletico, trattandosi di prova testimoniale avente valenza fidefacente resa nel contraddittorio delle parti. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione del compendio probatorio, senza che il mero dissenso del ricorrente sulla ricostruzione dei fatti possa integrare un vizio di legittimità denunciabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/02/2013 del TRIBUNALE di PRATO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ANTONIO CAIRO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ZACCO FRANCA, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza in epigrafe il Tribunale di Prato dichiarava (OMISSIS) colpevole del reat…

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