Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15841 del 16 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:15841PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, può sindacare esclusivamente la violazione di specifiche norme di legge o la manifesta illogicità della motivazione, senza poter procedere a una diversa valutazione delle circostanze di fatto già esaminate dal giudice di merito. La motivazione del provvedimento cautelare deve indicare in modo adeguato i gravi indizi di colpevolezza, le esigenze cautelari e le ragioni per le quali la misura più grave risulta l'unica idonea a soddisfarle, anche in relazione alle modalità del fatto, all'assenza di precedenti e alla collaborazione dell'indagato, senza che il giudice di legittimità sia tenuto a pronunciarsi sulla prognosi di cui all'art. 275, comma 2-bis, c.p.p., qualora tale profilo non sia stato oggetto di riesame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. DI NICOLA Vito - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza pronunciata dal Tribunale del riesame di Taranto in data 14-15/10/2014;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

sentita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. MAZZOTTA Gabriele che ha chiesto dichiarare inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 14-15/10/2014, il T…

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