La partecipazione ad un'associazione di stampo mafioso, anche in posizione subordinata, integra il reato di cui all'art. 416-bis c.p. quando l'imputato sia consapevole di far parte di un sodalizio criminale dotato di una forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo, indipendentemente dal ruolo specifico svolto nell'ambito del gruppo. La condanna per il reato associativo non richiede la prova di un contributo determinante dell'imputato alle attività del sodalizio, essendo sufficiente l'accertamento della sua partecipazione, anche in forma meramente esecutiva, alle iniziative del gruppo. Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 416-bis, comma 4, c.p., è sufficiente che l'imputato sia consapevole della disponibilità di armi da parte del sodalizio, senza che sia necessaria la prova della sua diretta partecipazione all'impiego di tali mezzi. La concessione delle circostanze attenuanti generiche presuppone l'accertamento di elementi concreti idonei a giustificare un trattamento di speciale benevolenza, non essendo sufficiente il mero richiamo a dati neutrali come l'età, l'incensuratezza o la scelta del rito abbreviato. La riduzione di pena per la collaborazione ex art. 8 d.l. n. 152/1991 è compatibile con il diniego delle attenuanti generiche, in quanto i presupposti delle due circostanze sono diversi e la loro concessione è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice.