La revoca della patente di guida disposta in esecuzione di una sanzione accessoria penale, in quanto atto vincolato e privo di discrezionalità amministrativa, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e non di quello amministrativo. Pertanto, il ricorso avverso il provvedimento prefettizio di revoca della patente, che si limita a dare attuazione alla sanzione penale, deve essere dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, salva la possibilità per il ricorrente di riproporre la questione innanzi al giudice ordinario. In tali casi, la posizione azionata dal privato assume i caratteri del diritto soggettivo, non correlata a poteri discrezionali/autoritativi dell'Amministrazione, sicché la cognizione della controversia spetta al giudice ordinario secondo i comuni canoni sul riparto della giurisdizione. Il giudice amministrativo, pertanto, non può pronunciarsi nel merito della questione relativa alla decorrenza del periodo ostativo di tre anni previsto dalla legge per il conseguimento di una nuova patente di guida, in quanto tale profilo attiene all'esecuzione della sanzione penale accessoria e non all'esercizio di poteri amministrativi discrezionali.