Il beneficio della sospensione condizionale della pena non può essere concesso per la terza volta, in quanto l'articolo 164, comma 4 e ultimo comma, del codice penale preclude tale possibilità. Il giudice dell'esecuzione è legittimato a revocare il beneficio erroneamente concesso in violazione di tale divieto, in quanto il dato risultante dal certificato penale dell'imputato è incontestabile e dimostra che lo stesso aveva già usufruito del beneficio in precedenti occasioni. La revoca del beneficio, disposta ai sensi dell'articolo 168 ultimo comma c.p., in relazione all'articolo 164 comma 4 c.p., è pertanto legittima e doverosa, non potendo il giudice ignorare l'applicazione di una norma penale imperativa che pone un limite tassativo al numero di volte in cui il beneficio può essere concesso. La declaratoria di inammissibilità del ricorso, riconducibile a colpa del ricorrente, comporta la condanna dello stesso al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende, in applicazione dell'articolo 616 c.p.p. così come interpretato alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 186/2000.