Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26458 del 4 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:26458PEN

Massima

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MASSIMA GIURIDICA L'art. 581, comma 1-ter, cod. proc. pen. prevede, a pena di inammissibilità dell'impugnazione, il deposito contestuale all'atto di impugnazione della dichiarazione o elezione di domicilio ai fini della notificazione del decreto di citazione a giudizio. Tale adempimento è richiesto indistintamente a tutti gli imputati, a prescindere dalla loro presenza o assenza nel precedente grado di giudizio, e non può essere sostituito dalla mera presenza in atti di una precedente dichiarazione o elezione di domicilio, anche se effettuata nel corso del procedimento di primo grado. La ratio della norma è quella di assicurare la regolare e celere celebrazione del giudizio di impugnazione, garantendo la certa conoscenza della citazione in giudizio da parte dell'imputato, attraverso la previsione di un unico e specifico domicilio, dichiarato o eletto contestualmente all'atto di impugnazione, presso il quale effettuare la notificazione dell'atto introduttivo del giudizio di appello. Pertanto, la mancata osservanza di tale onere, non potendo essere sanata dalla mera presenza in atti di una precedente dichiarazione o elezione di domicilio, comporta l'inammissibilità dell'impugnazione, in quanto tale adempimento è funzionale a rendere possibile e certa la notificazione dell'atto di citazione a giudizio, senza che ciò possa ritenersi in contrasto con il diritto di difesa e di impugnazione dell'imputato. La scelta legislativa di richiedere l'attualizzazione della dichiarazione o elezione di domicilio, in vista del nuovo grado di giudizio, è coerente con la nuova disciplina delle notificazioni introdotta dalla riforma del 2022, che ha limitato la validità della dichiarazione o elezione di domicilio ai soli atti di vocatio in iudicium, escludendo la sua efficacia illimitata per ogni stato e grado del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. MASINI Tiziano - Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Relatore

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

Dott. GIORDANO Rosaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
De.Al. nato in LIBIA il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 17/01/2024 della Corte di Appello di ROMA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis)) Belmonte;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)), che ha chiesto il rigetto/inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, la Corte di appello di Roma ha dichiarato inammissibile - ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 591, comma 1, lett. c), cod. proc. pen. e 581, co…

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