Il Comune, in qualità di stazione appaltante, non può disporre sospensioni dei lavori oltre la soglia massima consentita, pari a un quarto della durata complessiva dell'appalto, senza incorrere nella risoluzione del contratto per inadempimento. In tal caso, l'appaltatore ha diritto al pagamento dei lavori eseguiti e al risarcimento del danno, determinato anche in base alle spese generali non ammortizzate, ferma restando la restituzione di eventuali somme anticipate in eccesso rispetto a quanto effettivamente dovuto. Il Comune non può invocare la legittimità delle sospensioni per sottrarsi all'obbligo di corrispondere quanto dovuto all'appaltatore, in quanto la responsabilità per le sospensioni eccedenti la soglia massima è imputabile all'ente appaltante. Pertanto, l'appaltatore ha diritto agli interessi legali sulle somme dovute a titolo di corrispettivo e risarcimento, decorrenti dalla data di maturazione del credito.