Il reato di minaccia grave, previsto dall'art. 612, comma 2, cod. pen., si estingue per prescrizione, ai sensi degli artt. 157 e 160 cod. pen., quando il termine di prescrizione, pari a sette anni e sei mesi in assenza di cause di sospensione, sia maturato prima della pronuncia della sentenza di condanna, nonostante il concorde rilievo delle parti sulla sussistenza della prescrizione. Il giudice di merito è tenuto a rilevare d'ufficio l'intervenuta prescrizione del reato, anche in assenza di specifica eccezione da parte dell'imputato, in quanto essa integra un motivo di ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. b), cod. proc. pen. L'annullamento della sentenza di condanna per intervenuta prescrizione del reato assorbe ogni altra questione relativa alla pena, come il mancato riconoscimento del beneficio della sospensione condizionale, non incidendo tale decisione sulle statuizioni civili confermate in appello e non impugnate.