Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9246 del 9 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:9246PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso può essere desunta da gravi indizi di reità, quali intercettazioni di conversazioni e comunicazioni tra i compartecipi, che dimostrino l'affectio societatis e la condotta associativa dell'indagato nel contesto della criminalità organizzata, anche in assenza di accertamento dell'obiettivo e della matrice di specifici progetti criminosi. La prova della partecipazione associativa può emergere dal coinvolgimento dell'indagato in riunioni e convocazioni dei vertici dell'organizzazione criminale, anche se non è dimostrata l'effettiva tenuta della riunione, in quanto l'impedimento dei servizi di appostamento non esclude la finalità della convocazione. La mancata individuazione dell'indagato nell'organigramma della cosca o l'assenza di conversazioni sospette non esclude la prova della partecipazione, che può desumersi dal contesto complessivo degli elementi indiziari, come la comprovata frequentazione di esponenti di rilievo dell'associazione mafiosa e la mancata giustificazione plausibile di tali contatti. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione degli indizi di reità, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 381/2011 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 28/04/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Uditi, altresi', in camera di consiglio:

- il Pubblico Ministero in persona del Dott. Aniello Roberto, sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte suprema, il quale ha concluso per la inammissibilita' de…

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