Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31999 del 18 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:31999PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) si configura anche in presenza di un solo degli eventi alternativamente indicati dalla norma (stato d'ansia o fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto), desumibili dalle dichiarazioni della vittima e dai suoi comportamenti successivi alla condotta denunciata, senza che la ripresa di rapporti tra l'autore e la vittima sia indicativa del venir meno delle ragioni di sussistenza del reato. La valutazione della credibilità della persona offesa e dell'attendibilità del suo racconto, in assenza di riscontri esterni, deve essere particolarmente penetrante e rigorosa, ma può comunque costituire autonomo elemento probatorio sufficiente per l'affermazione di responsabilità dell'imputato, ove sorretta da adeguata motivazione in ordine alla coerenza, assenza di contraddizioni e concretezza descrittiva delle dichiarazioni. Il sindacato di legittimità sulla quantificazione della pena, in quanto attinente a valutazioni discrezionali di merito, è precluso alla Corte di Cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/07/2018 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BELMONTE MARIA TERESA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. EPIDENDIO TOMASO;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di Appello di Lecce confermava la deci…

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