L'accordo transattivo concluso tra la parte privata e l'amministrazione pubblica in ordine alla determinazione dell'indennità di espropriazione non rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, ma è soggetto alla giurisdizione del giudice ordinario. Ciò in quanto tale accordo, pur inserendosi nel procedimento ablativo, non ha effetto traslativo della proprietà del bene, ma si limita a determinare in via consensuale l'ammontare dell'indennità, restando la successiva cessione volontaria o l'emanazione del decreto di esproprio gli atti conclusivi del procedimento ablatorio dai quali soltanto discende il trasferimento della proprietà. Pertanto, le controversie relative alla determinazione e alla corresponsione delle indennità in conseguenza dell'adozione di atti di natura espropriativa o ablativa rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, in applicazione della regola speciale di cui all'art. 47 del D.P.R. n. 327/2001 (T.U. Espropri), che prevale sulla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia di accordi procedimentali e provvedimentali di cui all'art. 11 della L. n. 241/1990 e all'art. 133, lett. a), n. 2) del Codice del processo amministrativo. Ciò vale anche quando, come nel caso di specie, la parte privata chieda, oltre alla rideterminazione dell'indennità, l'accertamento del proprio diritto di proprietà sull'area oggetto di espropriazione, atteso che tale domanda rientra nella sfera cognitiva del giudice ordinario.