Il possesso di banconote false, anche se non grossolanamente contraffatte e in grado di ingannare la generalità delle persone in un esame superficiale, integra il reato di falso nummario, qualora la falsità sia accertabile mediante un attento esame visivo, senza necessità di ricorrere a perizia tecnica. In tali casi, la contraffazione è punibile anche se non realizzata in modo particolarmente rudimentale o grossolano, essendo sufficiente che gli elementi utilizzati per la riproduzione, come la linea di filigrana e l'ologramma, siano tali da poter indurre in inganno la generalità dei soggetti in un esame sommario, come quello effettuato in occasione di un pagamento. La valutazione della sussistenza del reato di falso nummario non dipende dalla capacità di ingannare la generalità delle persone, ma dalla possibilità di accertare la falsità attraverso un attento esame visivo, senza necessità di ricorrere a strumentazioni tecniche o a perizie. Pertanto, la mancata grossolanità della contraffazione non esclude la configurabilità del reato, purché la falsità sia comunque rilevabile mediante un'attenta ispezione visiva.