La concessione di impianti sportivi comunali, anche se strutturata nelle forme della concessione di beni, costituisce una concessione di servizi pubblici locali, in quanto finalizzata alla promozione dello sport e al miglioramento della qualità della vita della collettività. Pertanto, l'amministrazione concedente è titolare di poteri di autotutela, anche nella fase esecutiva del rapporto concessorio, potendo annullare d'ufficio la concessione in presenza di vizi originari o sopravvenuti, come l'illegittima proroga del termine di durata, che si risolve in una vietata modifica del contratto. L'esercizio di tali poteri non assume carattere sanzionatorio o punitivo, ma mira esclusivamente al ripristino della legalità violata, senza che possano rilevare i meriti della gestione pregressa, atteso il doveroso ricorso alla riallocazione competitiva dell'impianto. Inoltre, qualora l'illegittima proroga sia stata concessa sulla base di una falsa rappresentazione dei fatti imputabile al concessionario, non opera il limite temporale preclusivo di cui all'art. 21-nonies, comma 1, della legge n. 241/1990.