Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9250 del 27 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9250PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che, mediante la rappresentazione di prestazioni lavorative maggiori di quelle effettivamente svolte, realizza una condotta fraudolenta ai danni dell'amministrazione di appartenenza, integra il reato di truffa, anche qualora la contestazione non specifichi in modo puntuale tutti i giorni e gli orari in cui la condotta illecita si è realizzata, purché risulti provata, sulla base di un complessivo apprezzamento degli elementi di prova, la non corrispondenza tra le presenze rilevate e quelle registrate nei sistemi aziendali. La motivazione della sentenza di condanna può legittimamente limitarsi a richiamare per relationem quella di primo grado, quando le conclusioni raggiunte siano conformi, senza necessità di una nuova e autonoma esposizione degli elementi probatori, salvo che non emergano specifiche e decisive censure difensive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GALLO Domenic - rel. Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza 27/9/2010 della Corte d'appello di Palermo, 3 Sezione penale;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Domenico Gallo;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. SPINACI Sante, che ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi.

RITENUTO IN FATTO

1. Con se…

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