Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2504 del 22 gennaio 2020
ECLI:IT:CASS:2020:2504PEN
Massima
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La partecipazione all'associazione mafiosa si configura quando l'indagato abbia un rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare un ruolo dinamico e funzionale nell'esplicazione del quale egli "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. Tale partecipazione può essere desunta da una pluralità di indicatori fattuali, quali i comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di "osservazione" e "prova", l'affiliazione rituale, l'investitura della qualifica di "uomo d'onore", la commissione di delitti-scopo, oltre a molteplici e significativi "facta concludentia", idonei senza alcun automatismo probatorio a dare la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo, con puntuale riferimento allo specifico periodo temporale considerato dall'imputazione. Rientra in tale ricostruzione la permanente "disponibilità" dell'associato a porre in essere attività delittuose, anche di bassa manovalanza, in favore del sodalizio, così come la mera frequentazione abituale o significativa di soggetti affiliati, qualora risulti qualificata da un necessario carattere individualizzante. La partecipazione all'associazione mafiosa è altresì configurabile quando l'indagato, pur non essendo formalmente affiliato, svolga un ruolo essenziale e dinamico nell'ambito delle attività del sodalizio, dimostrando di essere un punto di riferimento non solo del capo ma anche di altri partecipi del clan, come emerso da intercettazioni che ne abbiano registrato il coinvolgimento in frangenti particolarmente critici per l'organizzazione, quale quello della detenzione del vertice. In tema di valutazione della prova indiziaria, il metodo di lettura unitaria e complessiva dell'intero compendio probatorio non si esaurisce in una mera sommatoria degli indizi, ma richiede una operazione ermeneutica che consiste nell'accertare, in un primo momento, il maggiore o minore livello di gravità e precisione dei singoli indizi, ciascuno isolatamente considerato, e, in un secondo momento, nel procedere al loro esame globale e unitario tendente a dissolverne la relativa ambiguità e a inserirli in una lettura complessiva che di essi chiarisca l'effettiva portata dimostrativa e la congruenza rispetto al tema d'indagine prospettato dall'accusa. Quanto alla partecipazione all'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, essa può essere desunta dalla partecipazione dell'indagato a riunioni decisive per le sorti della negoziazione con acquirenti, nonché dal suo coinvolgimento in episodi di cessione di stupefacenti, anche se isolati, qualora risultino inseriti in un contesto associativo. In tema di custodia cautelare, la doppia presunzione di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. - relativa alla sussistenza delle esigenze cautelari e assoluta in ordine all'adeguatezza della misura carceraria - opera con riferimento ai reati di associazione mafiosa e di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, potendo essere superata solo quando emergano elementi concreti dai quali risulti che l'indagato abbia stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa. Pertanto, il giudice non ha l'obbligo di dimostrare in positivo la ricorrenza dei "pericula libertatis", ma soltanto di apprezzare gli eventuali segnali di rescissione del legame dell'indagato con il sodalizio criminale, tali da smentire, nel caso concreto, l'effetto della presunzione, in mancanza dei quali va applicata in via obbligatoria la misura della custodia in carcere.
Sentenza completa
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE QUINTA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. CATENA Rossella - Presidente
Dott. BELMONTE Maria - rel. Consigliere
Dott. ROMANO Michele - Consigliere
Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere
Dott. BORRELLI Paola - Consigliere
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA sul ricorso proposto da: PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANZARO; nel procedimento a carico di: (OMISSIS), nato a (OMISSIS); nel procedimento a carico di quest'ultimo; avverso l'ordinanza del 07/05/2019 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO; udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BELMONTE MARIA TERESA; lette/sentite le conclusioni del PG Dott. EPIDENDIO TOMASO; Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento con rinvio relativamente alle esigenze cautelari. Il Proc. G…
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