L'aggravante di cui all'art. 625, n. 7, c.p. ricorre anche quando la cosa oggetto di danneggiamento si trovi in un luogo privato accessibile al pubblico, in assenza di recinzioni o sorveglianza, in quanto la ratio dell'aggravante è correlata alla condizione di esposizione della cosa alla "pubblica fede", a prescindere dalla natura pubblica o privata del luogo. Tuttavia, l'applicazione dell'attenuante della particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. deve essere esclusa quando la condotta, pur non avendo cagionato un danno di rilevante entità, sia connotata da una particolare intensità del dolo, dovuta a un atteggiamento vendicativo e a pregressi contrasti tra le parti, che denotano una pervicacia e una scarsa offensività della condotta. Analogamente, la conversione della pena detentiva in sanzione sostitutiva ai sensi della L. n. 689/1981, art. 53, può essere esclusa in presenza di una particolare intensità del dolo, che rende la condotta non meritevole di un trattamento sanzionatorio più favorevole. Infine, l'omessa concessione delle attenuanti generiche di cui all'art. 62, nn. 2 e 4, c.p. e dell'attenuante di cui all'art. 62-bis c.p. deve essere adeguatamente motivata dal giudice di merito, non potendo essere desunta implicitamente dalla sola motivazione in tema di trattamento sanzionatorio.