Il provvedimento di esclusione di un socio da una società cooperativa a responsabilità limitata, se non tempestivamente impugnato ai sensi dell'art. 2527 c.c., preclude la possibilità di accertarne incidentalmente l'illegittimità nell'ambito di una successiva azione di responsabilità ex art. 2395 c.c. proposta dal socio escluso nei confronti degli amministratori e sindaci della società. Inoltre, l'azione di responsabilità ex art. 2395 c.c. è soggetta a specifici presupposti, tra cui la dimostrazione che gli amministratori e sindaci abbiano agito al di fuori del loro ruolo istituzionale e in violazione di specifici doveri loro imposti dalla legge o dallo statuto sociale, i quali non possono essere desunti in via presuntiva dalla mera circostanza dell'esclusione del socio, ove questa sia stata adottata in conformità alle previsioni normative e statutarie. La mancata contestazione di tali autonome e sufficienti ragioni di rigetto della domanda risarcitoria rende inammissibile il ricorso per cassazione, per difetto di interesse, anche qualora fossero censurabili gli altri argomenti posti a fondamento della decisione impugnata.