Cassazione penale Sez. I sentenza n. 689 del 26 gennaio 1993

ECLI:IT:CASS:1993:689PEN

Massima

Massima ufficiale
L'art. 4 della legge 3 agosto 1988 n. 327, nel modificare l'art. 3 della legge 27 dicembre 1956 n. 1423, ha stabilito che nei casi in cui le altre misure di prevenzione non sono ritenute idonee alla tutela della sicurezza pubblica puo` essere imposto l'obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di dimora abituale. Nonostante la nuova normativa abbia variato il luogo di esecuzione della misura dell'obbligo di soggiorno, il referente normativo sanzionatorio della violazione di tale obbligo continua ad essere rappresentato dal secondo comma dell'art. 9 legge n. 1423 del 1956, che tra l'altro sanziona l'inosservanza della sorveglianza speciale con l'obbligo di soggiorno. Invero la condotta che si vuole punire con tale ultima norma e` quella dell'allontanamento dal luogo di soggiorno obbligato; condotta che, come tale, e` rimasta incriminata con la nuova normativa, sottostando a questa la medesima logica insita nella precedente, ossia quella di impedire la compromissione della sicurezza pubblica con la liberta` di locomozione del soggiornante obbligato correlata alla diminuita possibilita` di controlli ed alla conseguente possibile manifestazione della pericolosita` in riferimento anche alla maggior occasione di contatti e di collegamenti con la criminalita`. (Fattispecie in cui il ricorrente assumeva che l'art. 4 della legge n. 327 aveva introdotto una misura diversa e cioe` quella dell'obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di dimora sicche` in caso di inosservanza, non poteva farsi luogo all'applicazione del trattamento sanzionatorio previsto dal secondo comma dell'art. 9 legge n. 1423 del 1956, bensi` all'applicazione di quello previsto dal primo comma del medesimo articolo; la cassazione ha ritenuto infondato tale assunto enunciando il principio di cui in massima).    da vedere: Sen 09/05/1992 5442 sez 1 Pen Sen 27/11/1989 16532 sez 1 Pen

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