Il reato di ricettazione e quello di commercio di prodotti con segni falsi possono concorrere, in quanto le relative fattispecie incriminatrici descrivono condotte diverse sotto il profilo strutturale e cronologico, senza che tra esse sussista un rapporto di specialità, né risulti una diversa volontà espressa o implicita del legislatore. La malafede dell'imputato, che esclude la configurabilità del reato di incauto acquisto, può desumersi dalla mancata esibizione di fatture comprovanti un prezzo di acquisto corrispondente a quello di mercato, essendo ciò indice della consapevolezza della riproduzione abusiva dei marchi e dei segni distintivi apposti sui capi di vestiario ricevuti e messi in vendita. I termini di prescrizione per i reati di ricettazione e di commercio di prodotti con segni falsi non sono ancora decorsi al momento della pronuncia della sentenza di primo grado, essendo quindicennale il termine per la ricettazione e di sette anni e sei mesi per il commercio di prodotti con segni falsi, conformemente alla disciplina vigente ratione temporis.