Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22787 del 10 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:22787PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, avendo il possesso o la disponibilità di denaro o altra cosa mobile altrui per ragione del suo ufficio o servizio, se ne appropri, integra il reato di peculato di cui all'art. 314 c.p., anche qualora abbia falsificato la firma del superiore gerarchico autorizzato alla sottoscrizione degli ordinativi di pagamento, in quanto il possesso o la disponibilità rilevanti ai fini del peculato possono avere natura meramente di fatto e non necessariamente giuridica. Il peculato si differenzia dalla truffa aggravata dalla qualifica pubblicistica, di cui all'art. 61 n. 9 c.p., in quanto in quest'ultima il soggetto attivo non ha il possesso o la disponibilità del denaro o della cosa mobile altrui, ma se li procura fraudolentemente mediante artifici o raggiri. Ai fini della configurabilità del peculato, è irrilevante che la firma depositata presso l'istituto bancario incaricato dell'esecuzione degli ordinativi di pagamento sia quella del superiore gerarchico e non dell'agente, essendo sufficiente che quest'ultimo abbia un potere di fatto sulla gestione del bene, anche se non ne sia il titolare giuridico. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche, in ragione della gravità e della reiterazione delle condotte, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale non è tenuto a riconoscerle in presenza di elementi concreti che giustifichino il loro mancato riconoscimento, come l'assenza di fattori positivi di valutazione della personalità dell'imputato e il suo tentativo di fuga all'estero.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

Dott. DI GIOVINE Ombret - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 28/9/2021 dalla Corte di Appello di Roma;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione del consigliere Dr. ((omissis));
udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito l'avvocato (OMISSIS), del Foro di Roma, che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.<…

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