Il Consorzio di Sviluppo Industriale, ai sensi dell'art. 63 della legge n. 448/1998, ha la facoltà di riacquistare la proprietà delle aree cedute per iniziative industriali o artigianali nell'ipotesi in cui il cessionario non realizzi lo stabilimento nel termine di cinque anni dalla cessione, senza che la revoca di un precedente contributo pubblico concesso per la realizzazione dell'impianto, oggetto di impugnazione giurisdizionale senza esito favorevole per il cessionario, possa costituire un impedimento oggettivo esterno alla sfera giuridica del cessionario idoneo a giustificare il mancato completamento dell'opera e l'avvio dell'attività. Il valore dell'area e dello stabilimento da riacquistare è determinato da un perito nominato dal Presidente del Tribunale competente per territorio, con decurtazione dei contributi pubblici attualizzati ricevuti dal cessionario, senza che le pattuizioni private tra il cessionario e l'impresa appaltatrice dei lavori possano incidere sull'esercizio di tale potestà pubblica di acquisizione. La valutazione della legittimità dell'esercizio di tale facoltà di riacquisto rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, mentre la determinazione del valore del bene da parte del perito nominato dal Presidente del Tribunale costituisce un mero atto istruttorio privo di autonoma rilevanza lesiva.