Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25350 del 24 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25350PEN

Massima

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In tema di custodia cautelare in carcere per il delitto di associazione di tipo mafioso, la presunzione di pericolosità sociale dell'indagato, prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p., può essere superata solo quando sia dimostrato che l'associato ha stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa. Pertanto, grava sull'indagato l'onere di fornire la prova contraria, costituita dall'acquisizione di elementi idonei a vincere tale presunzione, dimostrando l'insussistenza delle esigenze cautelari. In assenza di tale prova, la presunzione di pericolosità sociale permane, legittimando il mantenimento della custodia cautelare in carcere, anche qualora l'indagato abbia intrapreso un programma di collaborazione, ove non risulti che egli abbia effettivamente e irreversibilmente interrotto i collegamenti con l'ambiente criminale di riferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DI. DI. An. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1053/2010 del Tribunale per il Riesame di Catanzaro del 28.9.2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott.ssa Giovanna VERGA;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;

Sentito il difensore Avv. ((omissis)) che ha concluso per l'accog…

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