Il termine massimo di custodia cautelare in carcere, previsto dall'art. 304, comma 6, c.p.p., può essere sospeso e prorogato in virtù della normativa emergenziale adottata per contrastare la pandemia da Covid-19, qualora il procedimento penale in corso abbia subito rinvii di udienze dibattimentali a causa delle misure restrittive imposte per l'emergenza sanitaria. In tali casi, il periodo di sospensione dei termini processuali, ai sensi dell'art. 83 del d.l. n. 18/2020, deve essere computato ai fini del calcolo della durata massima della custodia cautelare, in deroga al principio generale dell'inderogabilità dei termini massimi di cui all'art. 304, comma 6, c.p.p. Ciò in quanto la finalità della normativa emergenziale è quella di realizzare un difficile equilibrio tra la tutela della salute pubblica, che imporrebbe la sospensione del processo, e la garanzia di una durata ragionevole della privazione della libertà prima della definitività della condanna. Pertanto, il termine massimo di custodia cautelare in carcere non si considera scaduto alla data originariamente prevista, ma deve essere prorogato per il periodo di sospensione dovuto all'emergenza pandemica, qualora il procedimento abbia effettivamente subito rinvii di udienze a causa delle misure restrittive adottate.