Il Comune è tenuto a ordinare la demolizione di opere edilizie realizzate in assenza di titolo abilitativo o in difformità dalla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), anche quando le opere siano in lieve difformità rispetto al progetto approvato, in quanto tali interventi rientrano tra quelli soggetti a permesso di costruire ai sensi dell'art. 10, comma 1, lett. c) del D.P.R. n. 380/2001. L'ordine di demolizione è dovuto indipendentemente dalla possibilità di sanare le opere attraverso un successivo procedimento di accertamento di conformità, in quanto il potere-dovere del Comune di ordinare la demolizione si applica anche agli interventi di ristrutturazione eseguiti in assenza di SCIA o in difformità dalla stessa, ai sensi degli artt. 23 e 33 del D.P.R. n. 380/2001. La mancata comunicazione dell'avvio del procedimento non inficia la legittimità dell'ordine di demolizione, in quanto le misure repressive di illeciti edilizi costituiscono espressione di un potere vincolato da esercitarsi in presenza dei requisiti di legge, prescindendo dagli apporti partecipativi del privato. Inoltre, l'omesso preventivo esame di un'istanza di accertamento di conformità è irrilevante ai fini della legittimità dell'ordine di demolizione, in quanto tale istanza, ove presentata, si intende tacitamente respinta per il decorso del termine di 60 giorni previsto dall'art. 36-bis del D.P.R. n. 380/2001, senza che sia necessario un esplicito provvedimento di diniego.