Cassazione penale Sez. II sentenza n. 57155 del 21 dicembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:57155PEN

Massima

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Il reato di appropriazione indebita è procedibile d'ufficio quando è aggravato dall'abuso di relazioni d'opera, a prescindere dall'intervenuta remissione di querela da parte della persona offesa. Ciò in quanto la nozione di "abuso di relazioni di prestazione d'opera" prevista dall'art. 61 n. 11 c.p. si applica a tutti i rapporti giuridici che comportino l'obbligo di un "facere", essendo sufficiente che tra le parti vi sia un rapporto di fiducia che agevoli la commissione del reato, a prescindere dalla sussistenza di un vincolo di subordinazione o dipendenza. Pertanto, ove il fatto sia precisato in modo puntuale nell'imputazione, la mancata individuazione degli articoli di legge violati è irrilevante e non determina nullità, salvo che non si traduca in una compressione dell'esercizio del diritto di difesa. In tali casi, il giudice deve procedere all'accertamento della sussistenza dell'aggravante contestata, senza che possa assumere rilievo l'intervenuta remissione di querela da parte della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. DI PAOLA Sergio - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI ANCONA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/09/2016 del TRIBUNALE di PESARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. CUOMO Luigi che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con ricorso del …

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