Il reato di violazione di domicilio di cui all'art. 614 c.p. tutela il domicilio quale proiezione spaziale della persona necessaria per la libera estrinsecazione della sua personalità, a prescindere dalla titolarità di un valido titolo di legittimazione sul bene. Pertanto, anche il proprietario o comproprietario di un immobile non può introdurvisi contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, essendo irrilevante la sussistenza di un titolo di proprietà o di altro diritto di godimento sul bene. L'erronea convinzione dell'autore di esercitare un proprio diritto nell'accedere all'immobile, fondata su un'interpretazione errata della norma penale, configura un errore di diritto ex art. 5 c.p. che non esclude la responsabilità penale, non potendo essere qualificato come errore sul fatto. Ai fini della configurabilità del reato, rileva unicamente la titolarità del diritto di escludere terzi dalla propria dimora in capo al soggetto passivo, diritto che può essere opposto anche contro il proprietario.