Cassazione penale Sez. I sentenza n. 44588 del 30 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:44588PEN

Massima

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Il dolo di incendio si configura quando l'autore agisce con la coscienza e volontà di cagionare un fatto di entità tale da assumere le dimensioni di un fuoco di non lievi proporzioni, anche se il suo fine primario sia quello di danneggiare. Ciò si desume dalle modalità della condotta, come l'utilizzo di una rilevante quantità di liquido infiammabile, lo spargimento su più oggetti distanti tra loro in modo da attivare più focolai, nonché il coinvolgimento di elementi strutturali dell'edificio, tali da rendere evidente l'intento di provocare un incendio di vasta estensione e grave pericolo. Il comportamento successivo di tardiva resipiscenza, come la richiesta di intervento dei vigili del fuoco, non è idoneo a escludere la configurabilità del delitto di incendio, dovendo essere ricondotto a mera resipiscenza dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria C. - rel. Consigliere

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M.S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. FI. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2357/2010 CORTE APPELLO di MILANO, del 19/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/10/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA CRISTINA SIOTTO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALASSO Aurelio che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. (Ndr: te…

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