Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 23887 del 10 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:23887PEN

Massima

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L'indulto di cui alla Legge n. 241 del 2006 non può essere applicato ai reati di cui al D.P.R. n. 309 del 1990, artt. 73 e 80, comma 1, lett. a) e g), ritenuti più gravi, in quanto tali reati sono esclusi dal beneficio in ragione della loro aggravata configurazione, la quale non può essere derogata dal giudice. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'indulto non può essere applicato ai reati di cui al D.P.R. n. 309/1990, artt. 73 e 80, comma 1, lett. a) e g), qualora siano stati ritenuti più gravi dal giudice. Ciò in quanto tali reati, per la loro aggravata configurazione, sono esplicitamente esclusi dal beneficio dell'indulto, senza possibilità di deroga da parte del giudice. La massima sottolinea l'inderogabilità di tale esclusione, a tutela della coerenza e dell'effettività del sistema sanzionatorio penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUSCO ((omissis)) - Presidente

Dott. IACOPINO Silvana - Consigliere

Dott. FOTI Giacomo - Consigliere

Dott. IZZO Fausto - Consigliere

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di Trieste;

nei confronti di:

1) RI. NI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/11/2006 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di TRIESTE;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IACOPINO SILVANA GIOVANNA;

lette le conclusioni del P.G. Dr. Martusciello che ha chiesto l'annullamento senza rinvio della sentenza nella parte relativa all'applicazione dell'indulto di cui…

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