Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11423 del 17 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:11423PEN

Massima

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Il reato di violazione degli obblighi inerenti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, di cui all'art. 75 del d.lgs. n. 159/2011, si configura anche in caso di reiterata frequentazione di soggetti pregiudicati da parte della persona sottoposta a tale misura, senza che sia necessaria una costante e assidua relazione interpersonale, essendo sufficiente che tale comportamento sia sintomo univoco dell'abitualità della condotta vietata. Inoltre, per l'integrazione del reato, non è richiesta una specifica motivazione in ordine alla sussistenza dell'elemento psicologico, che si qualifica come dolo generico, in quanto il soggetto sottoposto alla misura di prevenzione è consapevole degli obblighi imposti con il decreto emesso dal Tribunale. La motivazione della sentenza di condanna è pertanto adeguata e conforme ai principi giurisprudenziali, non essendo necessario un accertamento particolareggiato dell'elemento soggettivo del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Federico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
ARENA SILVIO EMANUELE, N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2388/2013 CORTE APPELLO di CATANIA, del 25/09/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Pasquale FIMIANI, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza in data 25-9-14 la Corte di Appello di Catania confermava a cari…

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