Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21630 del 19 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:21630PEN

Massima

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Il reato di violenza privata si configura quando la condotta dell'agente, attraverso l'uso di violenza o minaccia, costringe la vittima a subire una limitazione della propria libertà di autodeterminazione, diversa dall'azione violenta in sé. Pertanto, il delitto di cui all'art. 610 c.p. è integrato anche quando gli atti di violenza e di natura intimidatoria, pur costituendo l'evento naturalistico del reato, abbiano l'effetto di costringere la persona offesa a subire una compressione della propria libertà per un apprezzabile lasso di tempo, diversa dal mero "pati" della condotta violenta. In tali casi, non è configurabile il tentativo di violenza privata, in quanto la condotta realizza pienamente gli elementi costitutivi del reato consumato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. Scarl INI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/03/2022 della CORTE APPELLO SEZ. DIST. di TARANTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GUARDIANO ALFREDO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa MASTROBERARDINO PAOLA.
IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe la corte di appello di Lecce …

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