Cassazione penale Sez. III sentenza n. 13520 del 5 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:13520PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice, nell'esercizio del proprio potere discrezionale di valutazione delle prove, è tenuto a motivare in modo esaustivo e logicamente coerente le ragioni che lo hanno condotto a ritenere provati o non provati i fatti oggetto di imputazione, dando conto di tutte le risultanze istruttorie rilevanti e delle argomentazioni che hanno portato all'accoglimento o al rigetto delle diverse tesi difensive, in modo da consentire il controllo della correttezza e della logicità del suo ragionamento. Il mancato o insufficiente esame di elementi probatori decisivi per l'accertamento dei fatti costituisce un vizio di motivazione, censurabile in sede di legittimità, in quanto compromette il diritto di difesa dell'imputato e la possibilità di un effettivo controllo sulla giustizia della decisione. Pertanto, la motivazione della sentenza deve essere adeguata, completa e coerente, dando conto di tutte le questioni rilevanti per la decisione, senza omettere o trascurare elementi probatori significativi, al fine di rendere manifesta la logicità e la correttezza del percorso argomentativo seguito dal giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. SOCCI A. M. - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. RICCIARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS)Marcella (OMISSIS)
(OMISSIS)Mario (OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)

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