Il reato di bancarotta fraudolenta documentale si configura quando l'imputato, nella sua qualità di liquidatore di una società fallita, sottrae o distrugge i libri e le scritture contabili dell'impresa allo scopo di recare pregiudizio ai creditori e di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto. L'elemento soggettivo del reato può essere desunto dalla condotta anomala dell'imputato, come la contemporanea sottrazione dei beni e della documentazione contabile, che rende evidente l'intento di evitare che, attraverso la successiva consultazione delle scritture, emerga la distrazione dei beni. Il risarcimento del danno, per configurare l'attenuante di cui all'art. 62, comma 1, n. 6 c.p., deve essere integrale e corrispondente a tutti i pregiudizi derivanti dalle condotte illecite, non essendo sufficiente una transazione che preveda il versamento di una somma inferiore anche al passivo fallimentare. Inoltre, le questioni relative all'elemento soggettivo del reato, se già adeguatamente motivate in primo grado, possono essere esaminate congiuntamente alle sentenze di primo e secondo grado, quando queste si saldano in un unico complessivo corpo decisionale.